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A scuola con il 3D

13/2/2018

 
Redazione - Intervista a Cesare Benedetti - Teniamoci per Mouse 2016
A scuola con il 3D

Teniamoci per Mouse 2016: intervista a Cesare Benedetti

Cesare Benedetti, insegnante di scuola media, presso l'IC di Bollate, a Milano è l'ispiratore e organizzatore, fin dalla sua prima edizione, del convegno nazionale Teniamoci per Mouse.
Nel corso di questa edizione, ha presentano una relazione sul tema "La lezione in 3D".
Ecco l'intervista dopo la manifestazione.

Nell’edizione di “TxM 2016” hai iniziato a trattare l’argomento dell’utilizzo della stampa 3D in ambito scolastico. Perché? Non si tratta di uno strumento troppo "tecnico" per dei bambini?

E' una buona domanda.
Infatti bisogna partire da un altro approccio.
Come altre tecnologie innovative, l’utilizzo di una stampante 3D, stimola la fantasia e prefigura possibilità creative prima impensabili.
E' vero che sono state utilizzate, soprattutto in ambienti professionali di progettazione e creazione di oggetti, in università e in istituti tecnici, ma ora si sono concretizzate soluzioni, che le rendono adatte ad un utilizzo anche nella scuola dell’obbligo.
Prima di tutto i costi, la facilità d’uso e la sicurezza operativa, rendono ora questa strumentazione utilizzabile da chiunque e quindi possiamo cominciare a considerare che non è l’attrezzatura, ma il suo inserimento nell’attività didattica, quello che conta.

Quindi è stato possibile studiare delle applicazioni didattiche?

Si, prima abbiamo fatto alcuni incontri con Lorenzo Migliarini di Comingtools Srl - Via Dei Carantani 4, 21100 Varese e abbiamo iniziato la sperimentazione didattica all’IC Brianza, dove nel frattempo, sono state installate due macchine.
Il progetto vuole chiarire proprio questa questione.
E' finalizzato all’uso della stampa 3D nella scuola secondaria inferiore e nella scuola primaria, proprio per rispondere a questa domanda: la stampante 3D può essere utilizzata per l’apprendimento in ambito disciplinare?
Nell’edizione di Teniamoci per Mouse 2017 dal titolo “Dire, fare, progettare” abbiamo presentato i risultati di queste osservazioni.

Quali sono stati i risultati?

Prima dobbiamo fare un po' di storia, dobbiamo inquadrare il tema, per comprendere davvero il valore didattico di questa tecnologia.

I nostri lettori saranno molto curiosi di sapere!

Bisogna sapere che il primo utilizzo delle stampanti 3D è avvenuto scaricando dalla rete oggetti di libero uso; esistono infatti molti siti dove autori realizzano e pubblicano elaborati di ogni genere.
Per quale motivo? Perchè via via i materiali a disposizione, si sono arricchiti e il numero dei siti e la quantità di oggetti che oggi vi si trovano rappresenta oggi, una galleria davvero sterminata, nella quale la ricerca di ciò che ci può interessare richiede molte ore.
Sicuramente ne vale la pena perché molti elementi sono utili in ambiente educativo e il download è gratuito.
Inoltre la qualità delle riproduzioni è alta, con ottimi personaggi, animali, elementi architettonici e artistici, modelli di macchine e oggetti di design.

Quindi una delle prime condizioni è avere le risorse didattiche a disposizione. In questo modo ci si può dedicare al lavoro in classe

Esatto.
Appurato questo ci siamo chiesti quali sono le condizioni tecniche di operatività ottimale.
Dopo le prime prove abbiamo ottenuto indicazioni oggettive: prima cosa stampare oggetti piccoli. I motivi sono fondamentalmente due:


  • l’area di stampa di una stampante 3D adatta a una scuola è compresa tra 15x15 cm e 20x20 cm;
  • le stampanti sono ancora piuttosto lente e oggetti che riempiono l’area di stampa possono richiedere decine di ore di lavoro.​​

Queste indicazioni sono molto utili per i docenti. E trovo anche interessante che ci abbiate lavorato subito, inserendo questa tecnologia in un piano didattico preciso

Per il primo uso didattico, ho pensato di sperimentare l’utilizzo della stampante in una EAS sullo studio delle strutture architettoniche: l’dea era di realizzare solidi complessi basandosi su giunti e tiranti. 
Tra i vari solidi studiati abbiamo scelto l’icosaedro. È stato abbastanza facile trovare in rete i giunti per realizzarlo; per i tiranti abbiamo usato semplici cannucce di plastica. Abbiamo ottenuto un modello di dimensioni contenute a bassissimo costo.
Poi ho proposto a una classe di realizzare un icosaedro di grandi dimensioni, adatto a essere presentato a “Scienza in piazza”, manifestazione a cui partecipano le scuole bollatesi.
Per i tiranti siamo passati a tubi da elettricista con diametro di 20 mm e lunghezza 1,5 metri. Per i giunti siamo stati costretti a fare un salto tecnologico: usare un CAD e disegnarli da zero.
Ho provato TINKERCAD (tinkercad.com) semplice e intuitivo, permette di creare forme assemblando forme solide. In poco tempo ho disegnato il giunto e qualche prova ci ha permesso di ottimizzare l’elemento, riducendo il tempo di stampa a 1 ora e 50 minuti.
La stampa è un’operazione semplicissima e in qualche giorno i ragazzi hanno completato i giunti necessari.
L’icosaedro di grandi dimensioni è così smontabile e leggero, facilitando il trasporto, il costo di un giunto è risultato di circa 40 centesimi.
Abbiamo avuto una prima risposta: la stampante 3D permette di strutturare attività didattiche, realizzando componenti prima impensabili.
Stampa 3D a scuola

Avete anche pensato di progettare degli elementi da stampare?

Questo è stato il secondo step.
Quest'anno ho proposto alle classi terze un’attività di progetto in tal senso.
La creazione di un cestino per rifiuti “personale”, da fissare al tavolo, invitando ad utilizzare la stampa 3D.
In questo modo è stato introdotto l’uso di TINKERCAD, che dopo poche ore ha permesso agli studenti di impostare i primi elementi pensati e elaborati da loro.
Contemporaneamente all’attività sulle strutture, con la collega della scuola primaria Germana Vagnarelli, abbiamo sperimentato una metodologia più semplice per ottenere oggetti tridimensionale: l’estrusione di figure bidimensionali.
TINKERCAD permette l’importazione di semplici immagini, come foglie, icone, figurine e di dare loro uno spessore variabile. In questo modo una semplice immagine può diventare un pendaglio, un portachiavi, ecc..
TINKERCAD non è adatto ai più piccoli, ma abbiamo provato un’app decisamente coinvolgente DOODLE3D, dall’impostazione perfetta per alunni della primaria (unico neo il costo elevato).

Avete anche impiegato degli scanner?

No, lo scanner per l’acquisizione di modelli è allettante, ma abbiamo deciso di non proporli all’interno della sperimentazione.

Come mai?

Il motivo è semplice, dopo aver registrato l’oggetto in 3D, ci si scontra con l’unico vero problema: la lentezza delle stampanti, che non consente di ottenere in breve tempo lo stesso oggetto riprodotto per ogni studente.

In sostanza questa esperienza ha dato dei risultati importanti sul piano della sperimentazione, realizzazione e anche della progettazione.

Se vuoi posso riassumere un anno di prove in questa breve sintesi:

  • una stampante 3D offre grandi possibilità proprio con elementi altrimenti non ottenibili;
  • le gallerie di oggetti già pronti sono enormi;
  • in ogni scuola è facile trovare insegnanti in grado di disegnare in 3D (solo nella mia scuola siamo in quattro);
  • gli oggetti ottenuti sono economici;
  • i software sono semplici;
  • la tecnologia può essere sfruttata pienamente da studenti della scuola secondaria inferiore;
  • con app dedicate può essere utilizzata anche da alunni della primaria;
  • gli sviluppi tecnologici sono in costante sviluppo come le possibilità creative.​
Cesare Benedetti

Come intendete divulgare la vostra esperienza?

Intanto questa intervista che pubblicherete sarà letta da migliaia di insegnanti e voglio dire loro, che siamo a disposizione per ogni chiarimento e supporto.
Poi faremo dei seminari, anche presso la sede di Rekordata, a Milano terremo, nel 2018 un incontro sulla stampa 3D, nell’ambito dei “Pomeriggi informatici”, incontri organizzati dall’Istituto Comprensivo di Via Brianza a Bollate, validi a tutti gli effetti per l’ottenimento di crediti formativi per i docenti.

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    "Certamente tutti coloro che ci davano, che ci offrivano la possibilità di conoscenza, anche di cose a noi lontane, facevano un'opera didattica veramente importante.“
    Anonimo


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